La primavera è alle porte. Dopo un inverno caratterizzato da un colpo di coda gelido, per il vento siberiano Buran che ha portato neve abbondante, l’arrivo della stagione mite è più che mai apprezzato.
Sale il desiderio di riscoprire il contatto con la natura e respirare l’aria fresca della primavera, la stagione che riporta profumi e colori nei parchi, per le strade e sui balconi delle case. La natura torna protagonista dopo il letargo invernale.
Già nella mitologia greca si raffigurava questa rinascita attraverso il mito di Persefone, moglie di Ade, che nelle stagioni fredde restava negli Inferi con il compito di regina dell’oltretomba. All’arrivo della primavera Persefone tornava sulla Terra per andare dalla madre Demetra e al suo passaggio faceva rifiorire piante e fiori.
L’etimologia della parola primavera richiamerebbe il passaggio tra la stagione fredda e quella calda. L’unione tra il latino ‘primo‘ e il sanscrito ‘var‘ (ardere, splendere) potrebbe indicare il periodo prima della stagione estiva, ma secondo altre interpretazioni primavera significherebbe ‘la prima stagione’, come anche il francese printemps. In inglese, invece, primavera si dice spring, ovvero sorgente, origine, la rinascita della natura dopo l’inverno.
LAVORI IN VIGNA
Con l’arrivo della primavera sono iniziati molti lavori nelle vigne di Podere Conca. Tra gennaio e febbraio abbiamo provveduto alla potatura invernale delle viti, fatta a mano per poter valutare ogni singola vite e darle uno sviluppo adatto alla sua vigoria e conformazione.
Potatura
L’obiettivo è quello di far sviluppare tralci a frutto che producano la quantità desiderata di uva, cioè molto bassa perché sia qualitativamente migliore. L’equilibrio tra parete fogliare e quantità di grappoli è importante per garantire la dolcezza negli acini e nel contempo l’ombreggiamento dei frutti, necessario per mantenere la naturale acidità dei mosti e quindi la freschezza dei nostri vini.
Piegatura dei tralci
In seguito abbiamo eseguito la piegatura dei tralci lasciati dalla potatura perché producano frutti: adesso le piante si apprestano a germogliare, rigonfiando le proprie gemme e distendendo pian piano le nuove foglioline. In questo periodo ci prepariamo perciò ad accudirle nel migliore dei modi e a prevenire gli attacchi patogeni.
Lotta alla tignoletta
La tignoletta è un insetto e questo metodo, molto utilizzato in agricoltura biologica, fa sì che i maschi siano “confusi” dalle scie feromoniche artificiali che rilasciano i diffusori e non riescano perciò ad accoppiarsi con le femmine della loro specie o comunque si accoppino di meno.
La deposizione delle uova si riduce notevolmente e di conseguenza anche le successive generazioni dell’insetto. La generazione più pericolosa per la vite è quella che si sviluppa a fine estate e che potrebbe danneggiare i grappoli d’uva ormai maturi e pronti alla raccolta.
L’insetto infatti, quando è in fase larvale, fa dei piccoli buchi sulla buccia degli acini attraverso i quali si potrebbero sviluppare malattie, in particolar modo la botrite o muffa grigia, molto deleteria per la qualità del vino. Questo metodo, proprio per il suo funzionamento, è conosciuto come “confusione sessuale”, non lascia residui nella pianta ed è molto efficace.
Lavorazione sottofila
Abbiamo poi lavorato il terreno sulla fila, ovvero abbiamo tolto le erbe infestanti più vicine alle viti in modo che ci sia minor competizione con le piante per acqua e nutrienti. Per questa operazione abbiamo utilizzato un trattore dotato di un apposito attrezzo che va a muovere il terreno vicino alle viti, dove le piante sono più grandi.
Abbiamo dovuto però anche lavorare manualmente con la zappa, dove le piante sono più piccole e fragili, per cui serve un’accuratezza maggiore nella lavorazione e soprattutto grande attenzione nel non rovinare la pianta che, essendo giovane è molto delicata.
Il “pianto” della vite
Questi sono lavori faticosi, ma la fatica è compensata anche da grandi emozioni come quella di vedere la vite che in primavera “piange”: è la linfa che si risveglia e comincia a scorrere per portare vigore alla pianta che dovrà prima produrre e poi portare a maturazione i suoi frutti. Un miracolo che si ripete ogni anno.