Considerato uno fra gli strumenti più importanti per la degustazione del vino, il cavatappi è un dispositivo sempre presente nelle divise del sommelier, e nelle case di tutti gli appassionati degustatori di vino.Realizzato in sotto varia foggia, il suo ruolo è quello di asportare il tappo dal collo della bottiglia di vino.Il meccanismo per azionarlo comprende una vite autofilettante che venire infilata nel turacciolo, a cui viene applicata una forza finalizzata all’apertura della bottiglia. Oltre ai modelli utilizzati comunemente, ne esistono anche altri speciali per sommelier, che sono dotati di requisiti particolari.
Anche se i primi modelli di cavatappi furono ideati intorno al 1400, il brevetto che conferma l’esistenza di un cava-turaccioli in sughero risale al 1795, e fa riferimento all’invenzione di un inglese. Non bisogna dimenticare che, fino al diciottesimo secolo, il vino non veniva imbottigliato, ma era servito nelle caraffe che si riempivano direttamente dalla damigiana, oppure dalle botti.
Dopo il brevetto inglese, anche qualche appassionato enologo francese si cimentò nell’ ideazione di una nuova tipologia di cavatappi, progettando il tradizionale modello a farfalla, ancora oggi ampiamente utilizzato.
Intorno al 1860, anche negli Stati Uniti ebbe inizio la diffusione dei primi cavatappi.
In Italia l’impiego di questo strumento si diffuse in questo periodo; risale infatti al 1864 il brevetto di un cavatappi a cremagliera, che fu approvato da un Regio Decreto. Da allora questo piccolo dispositivo è diventato indispensabile per tutti coloro che amano bere vino imbottigliato con tappi di sughero.
Esiste un Museo dei Cavatappi, localizzato a Barolo, dove sono esposti più di cinquecento esemplari, che ripercorrono la sua storia a partire dal 1600 fino ai nostri giorni.
Fra i diversi modelli di cavatappi, il cavatappi a leva e a doppia leva sono considerati tra i più comuni attualmente in uso, di cui quelli a leva sono di certo quelli maggiormente utilizzati, sia per l’estrema semplicità d’impiego sia per le dimensioni molto ridotte.
Il loro meccanismo di funzionamento prevede l’inserimento della vite all’interno del tappo in sughero e la successiva trazione.
Anche se necessitano di un minimo di esperienza e di abilità, questi strumenti sono molto affidabili e difficilmente creano problemi.
La tipologia a doppia leva è la preferita dai sommelier, che hanno bisogno di affidarsi a un dispositivo versatile e sicuro.
L’unico svantaggio derivante dall’impiego di questi cavatappi è riscontrabile con le bottiglie invecchiate, poichè il tappo in sughero danneggiarsi con l’inserimento della vite.
Il cavatappi a leva, meno diffuso del precedente, soprattutto per le dimensioni decisamente maggiori, funziona inserendo il collo della bottiglia in uno specifico alloggiamento dell’apparecchio e poi sollevato manualmente con una leva.
Il principale vantaggio del cavatappi è quello di rid威而鋼
urre al minimo lo sforzo fisico e di potersi adattare a qualsiasi bottiglia, anche se tutto il rito dell’apertura del vino viene annullato.
Il cavatappi a farfalla, detto anche cavatappi campagnolo, è quasi certamente il più antico esistente, e grazie al suo meccanismo estremamente facile, può essere utilizzato con sicurezza anche dai neofiti.
Dopo aver inserito il vermiglione all’interno del tappo e avere atteso che le due leve laterali si siano alzate, si procede portandole verso il basso per sollevare il tappo e farlo uscire dal collo della bottiglia.
La lunghezza del vermiglione è stata pensata per non forare mai la parte bassa del tappo, eliminando il rischio di caduta di sughero nel vino.
Oltre al modello artigianale ne esistono altri più perfezionati che vengono preferiti dai sommelier e che prevedono la presenza di una campana telescopica autocentrante in grado di porre la vite esattamente nel centro del turacciolo.