Fra le splendide montagne che disegnano il profilo del Trentino Alto-Adige, addentrandosi fra le sue valli negli splendidi paesaggi delle Alpi più belle dell’arco, andiamo a scoprire la tradizione gastronomica della regione.
La cultura gastronomica trentina presenta una tradizione culinaria frutto delle influenze della cucina veneta e di quella altoatesina, caratterizzata da prodotti della cultura austriaca, con una corposa e gustosissima cucina di montagna, influenzata dalla particolare natura legata all’isolamento storico e geografico delle vallate alpine.
Una caratteristica unificatrice è la povertà tradizionale dei piatti tipici, ed un’altra è la presenza di prodotti e materie prime alcolici e superalcolici.
La cucina è molto varia, ricca e sostanziosa, adatta alle rigide temperature invernali: un connubio di sapori tra i frutti della terra, i prodotti caseari, le carni rosse e i pesci d’acqua dolce.
Il filo conduttore è la scelta accurata delle materie prime, locali e genuine.
Come per tutto il resto, anche quando si parla di cucina bisogna distinguere bene il Trentino dall’Alto Adige. La differente storia delle due regioni ha determinato un diverso tipo di cucina fra le zone di Trento e quelle di Bolzano.
In particolar modo, in Alto Adige è stata forte l’influenza dei popoli del centro Europa: tedeschi e austriaci in primis, che hanno portato ingredienti e preparazioni della loro cucina tradizionale nel cuore della gastronomia altoatesina.
Dall’altra parte, il Trentino si è mantenuto su una cucina sostanzialmente povera, fatta di polenta, mais, crauti, accompagnata da piatti per i più abbienti. In particolare, le carni di animali di montagna, servite nei banchetti dei ricchi signori e di personaggi altolocati.
Tutto questo ha lasciato numerose pietanze che sono entrate a far parte di diritto nella tradizione culinaria del Trentino – Alto Adige. E ancora oggi gustate nei più tradizionali ristoranti.
Il nostro tour fra i sapori del Trentino non può che cominciare dagli antipasti.
L’ itinerario gustativo può iniziare stuzzicando il palato con dei bretzel altoatesini, classiche trecce di grano di origine tedesca.
Così come possono aprire il pasto gli ottimi canederli di ricotta, serviti su un letto di porri, con una tradizionale schiacciatina di Merano, o, se è stagione, con un antipasto caldo di funghi e pane fritto.
Rispetto alle altre regioni d’Italia, non esiste nessun tipo di pasta alimentare tradizionale, alimento che si è largamente diffuso soltanto nel secondo dopoguerra.
Tipici primi piatti della tradizione trentina sono le minestre, tra tutte la “minestra d’orzo” (od “orzetto alla trentina”), la Panàda, la Mòsa, il Brö brusà; gli gnocchi, tra tutti gli gnocchi di patate alla trentina, gnòchi de pan e gnòchi de segale.
Questa tradizione sfoggia al primo posto i canederli, classicamente composti di pane e carne varia con l’aggiunta di formaggio per i palati più golosi, sono serviti in brodo oppure con burro e salvia.
Come tutte le ricette regionali anche questa è stata sfruttata dai cuochi per la realizzazione di varianti, come per esempio i canederli con verza e puzzone di Moena.
Altro piatto tipico sono gli strangolapreti ovvero gnocchi di spinaci e pane fatti in casa con alcune varianti come quella che prevede l’ortica al posto degli spinaci.
Fra i secondi piatti, il gulash alla tirolese: la tipica preparazione ungherese è stata ripresa dagli altoatesini, che vi affiancano una generosa dose di polenta, realizzando un perfetto accompagnamento per questo succoso spezzatino di carne di manzo, paprika e cumino. Da non perdere, anche il cervo al ginepro, così come il carré di agnello in crosta di patate.
Per non farsi mancare proprio nulla, ci si pò concedere un assaggio anche alla “smacafam”: una torta salata molto apprezzata in Trentino, il cui impasto è metà farina bianca, metà saracena, insaporita con salsiccia (lucanica) e pancetta affumicata.
Come contorni funghi, patate e Sauerkraut (crauti).
La regione propone numerose varietà di Würstel (anche a colazione!), salsicce di cervo e camoscio, di maiale e manzo, accompagnati dal piato cult della regione, la Polenta, in numerose varianti a seconda della zona.
Per lo sposalizio coi formaggi la scelta è sconfinata!
Dal dolce Algunder bauernkase halbfett al piccante Algunder butterkase.
Da assaggiare l’Almkäse dei pascoli alpini della Val Venosta, l’Asiago, il Graukäse del Tirolo, il Grana Trentino, la Toma di montagna, il Toblach Altoatesino.
Il simbolo gastronomico della regione è senz’altro lo Speck, un prosciutto eccezionale, leggermente affumicato di origini Altoatesine, prodotto ancora secondo l’antica ricetta.
Sul piatto anche pesce d’acqua dolce,Baccalà e Trote alla Trentina, Anguilla arrosto o cotta nel vino, Stoccafisso alla Bolzanina con patate, Trote e salmone in tutte le salse – e Babagnei, lumache al vino rosso e servite con polenta.
Altro simbolo della regione è la mela, ingrediente principale del Re degli strudel di mele, l’Apfelstrudel, e degli Strauben, frittelle a forma di chiocciola preparate con la grappa, ma anche di pietanze salate.
Le maggiori produttrici di mele in regione sono la Val Venosta e la Val di Non.
Passando alle note zuccherine, nel reparto dessert si trovano vere e proprie specialità regionali: lo strudel, la superstar dei dolci sudtirolesi, ripieno di mele cotte, uvetta e aromi vari; i rinomati kaiserschmarren, le ‘frittate dolci dell’imperatore’, ovvero frittelle all’uvetta, simili a crepes, condite con marmellata di mirtilli.
O ancora le strauben, le frittelle tirolesi, dalla forma a spirale e aromatizzate alla grappa.
E infine, lo zelten, dolce tipico natalizio, preparato sia in Trentino che in Alto-Adige, con piccole differenze tra l’uno e l’altro. Si tratta di una torta con un po’ di tutto: uvetta, noci, pinoli, mandorle, fichi secchi e nocciole: una vera e propria bomba alla frutta secca.
La tradizione Trentina e Altoatesina si avverte in ogni aspetto della vita, dalla gastronomia alle feste, quando si indossano i costumi tradizionali Tracht, che palesano la pluralità regionale e le peculiarità locali. Fra le ricorrenze più belle il Törggelen, la “festa del ringraziamento” della Val d’Isarco e del Burgraviato, che riunisce in antiche cantine, stube o locande, a gustare il vino nuovo, il Nuien, o il succo d’uva non fermentato, Süßen, insieme a krapfen e caldarroste.
E che dire dei vini… Malgrado l’inverno rigido e l’aspro paesaggio, la regione vanta ben sette DOC! Cabernet, Merlot, Chardonnay, Pinot, Riesling, Traminer e vini Spumanti. A fine pasto, potrete gustare liquori di mela, prugne o more, e la celeberrima grappa trentina.