Vitigno Montepulciano

Montepulciano
Il vitigno Montepulciano è una varietà a bacca nera prevalentemente coltivata in centro Italia, Umbria, Marche, Lazio e Molise, ma sopratutto in Abruzzo dove rappresenta il vitigno per eccellenza.
Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino a DOC la cui produzione è consentita nelle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Non è da confondere con il Vino Nobile di Montepulciano prodotto in Toscana e proveniente da un altro vitigno autoctono. Nel 2007 il Montepulciano d’Abruzzo è risultato essere il primo vino italiano (della categoria DOC) per produzione. Può venire commercializzato anche nella tipologia “riserva”.
L’uva Montepulciano è presente in Abruzzo da tempo immemore, ma solamente dal XVII secolo si è iniziato a chia- marla con il nome attuale.
Cenni Storici
L’origine del vitigno sembra essere comune alle altre tipologie a bacca nera del Meridione, tutte chiaramente deri- vanti dalla Grecia. Nei secoli rimarrà l’apprezzamento che ne ebbe il condottiero cartaginese Annibale, che tenne sotto scacco Roma per molti anni, rinvigorendo uomini e cavalli con il vino prodotto nel territorio degli Aprutzi.
Da più di due secoli va avanti la disputa sulla paternità del nome “montepulciano”, conteso tra gli abruzzesi e i viti- coltori di Montepulciano (SI). La confusione fu dovuta alla similitudine di alcune caratteristiche ampelografiche e alla capacità di produrre vini simili, anche se il montepulciano primutico (primaticcio o anche precoce) risultò essere il prugnolo gentile, clone del sangiovese grosso, mentre invece l’uva degli Abruzzi era tardiva rispetto a quella toscana e dava vini decisamente più strutturati, longevi e carichi di profumi e colore. La confusione venne a crearsi nella Ba- ronia di Carapelle, tenuta de’ Medici in Abruzzo, areale nel quale vennero importate le prime tecniche viticole ed enologiche evolute dalla Toscana in Abruzzo.
Caratteristiche e diffusione
Il Montepulciano DOC è un vino dal colore rosso rubino molto carico con l’età volge al granata e all’arancio. All’ol- fatto è intenso e persistente di frutta rossa matura, con note particolari di marasca, prugna, rosa appassita, liquiri- zia, vaniglia e spezie. Il sapore è secco, caldo e morbido, molto lungo nel retrogusto che ricorda l’olfatto. Possibile invecchiamento dai 4 ai 6 anni.
Il Montepulciano giovane supporta grigliate di carne suina e ovina. I vini più vecchi sono comunque preferibili con carni rosse, pezzature nobili di bovino o ovino. Ottimo il confronto con formaggi pecorini, di stagionatura crescente di pari passo con l’invecchiamento del vino.
Il punto di partenza del Montepulciano attualmente coltivato in Abruzzo, dopo l’avvento della fillossera (Daktulosphaira vitifoliae), fu la zona di Torre de’ Passeri, nell’apertura della Valle Peligna verso l’Adriatico. Si ha notizia di produzione e commercializzazione di “vino Montepulciano” fin dal 1821 nella vallata del Pescara (presumibilmente nella zona di Tocco da Casauria – Bolognano, dove risiedeva la famiglia Guelfi). Da diversi archivi risulta anche che alcuni cloni, scampati alla devastazione della fine dell’Ottocento, vennero reperiti nella Marsica, su suoli nei quali la fillossera non riesce a diffondersi, situati probabilmente a Gioia dei Marsi, Aielli o San Pelino- Paterno. Dalla vendemmia 2003, alla sottozona “Colline Teramane” è stata concessa la DOCG. Con opportune modi- fiche al disciplinare di produzione nel 2005, ad altre aree è stata concessa anche la menzione “Riserva”; alcune IGT sono passate a sottozone DOC e probabilmente, a breve, verranno richieste altre DOCG per determinate sottozone.

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